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L’ISTRUTTORE _Marchese Fabio Mangilli

L’istruttore che dirige una ripresa di allievi ha ben poco tempo da passare in silenzio. Si ottiene ben poco  facendo andare gli allievi dietro un capo ripresa e facendo eseguire collettivamente delle figure di maneggio.
L’istruttore deve parlare con voce sufficentemente alta ma non deve strillare e tantomeno irritarsi con chi non riesce a fare quanto gli viene consigliato.
Si deve considerare che monta a cavallo solo chi lo fa di spontanea volontà per soddisfare un proprio piacere o per seguire una attività prescelta.
Non si può quindi pensare che chi vuole imparare faccia dell’ostruzionismo all’istruttore.
L’istruttore deve spiegare il perchè di ogni azione , come deve essere eseguita e quale è il risultato che si deve ottenere l’allievo non può costruirsi un corredo di conoscenze proprie e si abituerà ad eseguire , senza raziocinio, ciò che gli viene consigliato di volta in volta
L’istruttore trae la sua capacità ed il conseguente successo del suo lavoro esclusivamente dalla mente.
La sua mente deve essere un grande deposito di conoscenze.
In queste capacità deve trovare le indicazioni da suggerire, la capacità di spiegare come deve essere fatta un’azione cosa si vuole ottenere con essa e quale è lo scopo di ricercarne la rispondenza.
L’istruttore deve ispirare fiducia nei suoi allievi, sia  con la sicurezza del suo sapere che con la linearità del suo comportamenteo.
L’istruttore deve usare un linguaggio discreto, dal quale eliminare molte parole superflue per rendere l’eloquio  essenziale e chiaro.
Mai deve irritarsi per farsi intendere, quando si rende conto che un allievo , o gli allievi, non hanno afferrato un concetto, deve sospendere il lavoro per esporre con calma quanto vuol far capire.
L’occhio dell’istruttore deve correre continuamente alla ricerca dei piccoli errori di compostezza o dei modi di agire, alle varie e frequenti tensioni muscolari, agli scorretti atteggiamenti del cavallo che l’allievo non cerca di modificare.
Accade che qualche cavaliere , pressato dalle insistenti osservazioni, perda la intima calma e con essa l’obbiettività di giudizio, chiudendosi all’accettazione dei consigli  di chi cerca di essergli utile.
E’ importante che un istruttore non lasci un allievo scivolare in un simile stato d’animo.
La persona che si da all’istruzione equestre ,non trova una molla sufficente nel fatto che cavalieri provenienti dalla sua scuola raccolgano successi, ma deve essere spinta da una vocazione , deve sapersi imporre fatiche e sacrifici per il piacere di dare , di trasmettere , di creare.
Deve avere la forza di soffocare le sempre possibili delusioni e di andare avanti sempre cercando il meglio.
Le soddisfazioni sono, quasi sempre , solo intime, ma ciò deve essere sufficente.


Stefano al numero 335380042

    

 

 

 

 

 

 

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